Cerca nel blog

martedì 24 dicembre 2013

La moltitudine dell’esercito celeste lodava Dio e diceva: 
«Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch’egli gradisce!» 
Evangelo di Gesù Cristo secondo Luca 2,13-14

lunedì 23 dicembre 2013

Un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: Maria partorirà un figlio, 
e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati 
Evangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 1,20.21 

domenica 22 dicembre 2013


FIGURE DI NATALE: I PASTORI

di Klaus Langeneck



«In quella stessa regione c’erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge. E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro.» Luca 2, 8-9 (Luca 2, 8 – 18)

Nessuno se ne era accorto nella città che  loro sapevano nascosta dietro quelle colline. Nessuno aveva visto l’angelo circondato dalla gloria del Signore, tranne quei pochi pastori. La notte era diventata luminosa come il giorno, più del giorno. Era una luce diversa da quella del giorno. La luce del sole illumina senza pietà bene e male, gioia e dolore degli esseri umani. In quella luce invece il mondo intorno a loro, le alture intorno a Betlemme che loro conoscevano come le loro tasche, le pecore, loro stessi, tutto aveva un aspetto diverso, più bello.

Con quella luce ancora negli occhi erano andati per vedere quella giovane coppia con il loro bambino appena nato che si era rifugiata in quella grotta alla periferia della città. Era la luce ancora nei loro occhi o era il bambino stesso? 
Sembrava che un riflesso della luce celestiale che aveva circondato l’angelo emanasse dal bambino.
A volte, quando stavano di notte nei campi e facevano la guardia al loro gregge, cercavano di parlare di quella notte. Ti ricordi? Ma poi ricadevano nel silenzio. Mancavano loro le parole per dire quello che avevano visto e sentito. Le parole che trovavano sembravano troppo banali o troppo sentimentali, incapaci di esprimere quello che da allora continuava vibrare nel loro cuore. 
Ci sono cose che puoi vivere, ma non raccontare. 
Comunque, da allora la notte, nessuna notte, era più buia come prima.



tratto da: www.chiesavaldese.org
in data 22 dicembre 2013





venerdì 20 dicembre 2013


FIGURE DI NATALE: GIUSEPPE


FIGURE DI NATALE: GIUSEPPE

di Klaus Langeneck


«Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie;
perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo.» (Matteo 1,20)



Come ha fatto Giuseppe a sposare una donna, messa incinta da un altro?
Come ha fatto ad accettare un figlio non suo?
Non era proprio questo il senso del matrimonio, assicurare le paternità, i diritti e obblighi dei padri nei confronti dei figli?
Giuseppe invece, nonostante tutto, mantiene la promessa data a Maria,
accoglie il bambino che nasce come suo primogenito, gli dà un nome, compie per lui i riti prescritti dalla legge.

Dio chiede a Giuseppe molto, gli chiede di saltare la sua ombra di maschio e padre. E Giuseppe lo fa. Forse non ha capito, forse ha agito, perché l’ordine è venuto dall’alto. Ma potrebbe anche essere che Giuseppe si è accorto di essere coinvolto in qualcosa di grande, in qualcosa che avrebbe cambiato il mondo, spezzato le gabbie dei diritti, privilegi e obblighi e messo al centro la relazione tra le persone che vive dell’amore e del rispetto delle libertà reciproche. Essere padre di un figlio non è averlo fatto, ma tessere una relazione con il figlio che è nato, crescere insieme a lui nella relazione. 

Giuseppe appare nei racconti della nascita di Gesù; nel corpo del racconto evangelico
troviamo soltanto un cenno a Giuseppe in Matteo 13,55, dove la gente di Nazaret indica Gesù come figlio del falegname. Forse non è vissuto fino al momento da poter essere testimone delle pradicazioni di suo figlio e non ha sentito il suo messaggio, per gli uni sconvolgente, per altri luce nelle tenebre della loro vita, che Dio ha accolto noi  peccatori, figli e figlie di una generazione adultera, come figli suoi e vuole essere il nostro Padre.




Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla, 
ma osserverete i comandamenti del Signore vostro Dio 
Deuteronomio 4,2 

giovedì 19 dicembre 2013

La mia parola non torna a me a vuoto, 
senza aver compiuto ciò che io voglio e condotto a buon fine ciò per cui l'ho mandata 
Isaia 55,11 

venerdì 13 dicembre 2013

MANDELA E IL PROTESTANTESIMO





MANDELA E I PROTESTANTI

di Giorgio Tourn



La figura di Nelson Mandela ha avuto negli ultimi giorni ampi spazi sui media dei tutto il mondo. Si è posto in evidenza soprattutto la sua battaglia per i diritti del suo popolo e la sua lotta all'apartheid. Non meno rilevante, anzi forse ancor più di questo, è stata la sua lucida e profetica visione di una azione di riconciliazione; di questa non si sono sufficientemente evidenziate le radici nella sua educazione protestante. 

Le convinzioni religiose sono elementi personali e fanno parte del segreto di Mandela ma è fuor di dubbio che sotto il profilo culturale egli sia stato formato nel mondo evangelico e di cui è prova la sua profonda amicizia col vescovo Tutu.

Si giustifica perciò la testimonianza alla cerimonia commemorativa del vescovo Ivan Abrahams segretario del consiglio metodista, il messaggio del segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) Olav Tveit e di tutte le organizzazioni del mondo evangelico; Tveit ha giustamente ricordato come dopo la sua liberazione Mandela abbia reso visita alla sede del CEC a Ginevra ringraziando le chiese per l'azione condotta contro l'apartheid e lo stesso pensiero espresse alla VIII Conferenza mondiale ad Harare dove ricordò l'istruzione ricevuta presso gli istituti scolastici metodisti del suo paese. 

Il mondo evangelico italiano ha ricordato questa realtà in un servizio della rubrica Protestantesimo su RAI2 e sul settimanale Riforma.


venerdì 13 dicembre 2013

giovedì 12 dicembre 2013

FIGURE DI NATALE: ELISABETTA


FIGURE DI NATALE: ELISABETTA

di Klaus Langeneck


«Ecco, Elisabetta, tua parente, ha concepito anche lei un figlio nella sua vecchiaia;
e questo è il sesto mese, per lei, che era chiamata sterile;
poiché nessuna parola di Dio rimarrà inefficace

Luca 1,36 – 37 (Luca 1,39 – 45; 57 – 66)



Forse Elisabetta è rimasta per un momento incredula, quando si è accorta dei segni della gravidanza nel suo corpo, lei che per anni aveva desiderato ardentemente un figlio o anche una figlia e, con speranza sempre più debole, ogni volta cercava di percepire nel suo corpo i segni della gravidanza. Le donne sono più abili nell’accogliere gli imprevisti. Secoli e secoli, in cui alle donne era affidata la cura delle relazioni, marito, figli, suoceri, le altre mogli del marito, tutte le persone di cui era composta la famiglia, le avevano allenate. 
Nelle relazioni non sai mai che cosa succede, che cosa l’altra persona fa, devi sempre essere pronta a tutto, devi essere capace di cambiare programma in fretta. Questo vale anche per la fede delle donne? 
Per loro Dio è non l’emanatore di leggi eterne, ma l’altro (ogni tanto un po’ incomprensibile e capriccioso come il marito), con cui stare in relazione?

L’incredulità di Elisabetta passa presto e dà spazio a una profonda gioia. Dio c’è. Dio è vicino. Ha visto l’umiliazione di colei che lo ha aspettato con pazienza.    
In un angolo segreto del suo cuore, la speranza aveva continuato ad ardere come una piccolissima fiamma. 
Ora Elisabetta è tutta raggiante, e Maria, quando incontra la cugina, se ne accorge.






tratto da: www.chiesavaldese.org
in data: giovedì 12 dicembre 2013

martedì 3 dicembre 2013

Non dimenticate di esercitare la beneficenza e di mettere in comune ciò che avete; 
perché è di tali sacrifici che Dio si compiace 
Ebrei 13,16