MANDELA E I PROTESTANTI
di Giorgio Tourn
La figura di Nelson Mandela ha
avuto negli ultimi giorni ampi spazi sui media dei tutto il mondo. Si è posto
in evidenza soprattutto la sua battaglia per i diritti del suo popolo e la sua
lotta all'apartheid. Non meno rilevante, anzi forse ancor più di questo, è
stata la sua lucida e profetica visione di una azione di riconciliazione; di
questa non si sono sufficientemente evidenziate le radici nella sua educazione
protestante.
Le convinzioni religiose sono elementi personali e fanno parte del segreto di
Mandela ma è fuor di dubbio che sotto il profilo culturale egli sia stato
formato nel mondo evangelico e di cui è prova la sua profonda amicizia col
vescovo Tutu.
Si giustifica perciò la
testimonianza alla cerimonia commemorativa del vescovo Ivan Abrahams segretario
del consiglio metodista, il messaggio del segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC)
Olav Tveit e di tutte le organizzazioni del mondo evangelico; Tveit ha
giustamente ricordato come dopo la sua liberazione Mandela abbia reso visita
alla sede del CEC a Ginevra ringraziando le chiese per l'azione condotta contro
l'apartheid e lo stesso pensiero espresse alla VIII Conferenza mondiale ad
Harare dove ricordò l'istruzione ricevuta presso gli istituti scolastici
metodisti del suo paese.
Il mondo evangelico italiano ha ricordato questa
realtà in un servizio della rubrica Protestantesimo
su RAI2 e sul settimanale Riforma.
tratto da: www.chiesavaldese.org
venerdì 13 dicembre 2013