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venerdì 13 dicembre 2013

MANDELA E IL PROTESTANTESIMO





MANDELA E I PROTESTANTI

di Giorgio Tourn



La figura di Nelson Mandela ha avuto negli ultimi giorni ampi spazi sui media dei tutto il mondo. Si è posto in evidenza soprattutto la sua battaglia per i diritti del suo popolo e la sua lotta all'apartheid. Non meno rilevante, anzi forse ancor più di questo, è stata la sua lucida e profetica visione di una azione di riconciliazione; di questa non si sono sufficientemente evidenziate le radici nella sua educazione protestante. 

Le convinzioni religiose sono elementi personali e fanno parte del segreto di Mandela ma è fuor di dubbio che sotto il profilo culturale egli sia stato formato nel mondo evangelico e di cui è prova la sua profonda amicizia col vescovo Tutu.

Si giustifica perciò la testimonianza alla cerimonia commemorativa del vescovo Ivan Abrahams segretario del consiglio metodista, il messaggio del segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) Olav Tveit e di tutte le organizzazioni del mondo evangelico; Tveit ha giustamente ricordato come dopo la sua liberazione Mandela abbia reso visita alla sede del CEC a Ginevra ringraziando le chiese per l'azione condotta contro l'apartheid e lo stesso pensiero espresse alla VIII Conferenza mondiale ad Harare dove ricordò l'istruzione ricevuta presso gli istituti scolastici metodisti del suo paese. 

Il mondo evangelico italiano ha ricordato questa realtà in un servizio della rubrica Protestantesimo su RAI2 e sul settimanale Riforma.


venerdì 13 dicembre 2013