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domenica 31 luglio 2011

Solidarietà






Corno d'Africa


Esteso il campo profughi di Dadaab gestito dai luterani 



- La FCEI lancia una sottoscrizione



Roma (NEV), 27 luglio 2011 - "Un giorno spero di avere una dimora più stabile, ma oggi sono felice di avere una tenda". E' il commento di una rifugiata somala che, insieme a migliaia di altre persone in fuga dalla carestia del Corno d'Africa, è stata accolta nel campo IFO2 di Dadaab (Kenya), aperto lo scorso lunedì. Il sollievo non riguarda solo i tantissimi profughi che non avevano trovato spazio nell'ormai sovraffollato campo dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR) di Dadaab, giunto ad ospitare 500mila persone, ma anche i responsabili della Federazione luterana mondiale (FLM) che gestiscono per l'ACNUR entrambi i campi. "Senza l'allestimento di IFO2 la situazione sarebbe diventata insostenibile con l'affollarsi dei nuovi arrivati nelle zone limitrofe al campo esistente, in assembramenti giuridicamente illegali nei quali era impossibile accedere ai servizi fondamentali, senza alcuna garanzia di protezione", ha dichiarato Lennart Hernander, rappresentante in Kenya della FLM. La difficoltà di aprire un nuovo insediamento derivava dalla posizione inizialmente contraria del governo keniota. L'area di Dadaab è infatti sovraesposta all'arrivo dei profughi, avendo aumentato la sua popolazione dell'85% in tre anni. L'attuale carestia, che si somma alla ventennale guerra civile, porta dalla Somalia in Kenya un flusso giornaliero di almeno mille persone. Nonostante questa situazione, "il fatto che il Kenya abbia deciso di continuare ad accogliere rifugiati, aumenta la nostra gratitudine e ammirazione", ha scritto il segretario generale della FLM, pastore Martin Junge, in una lettera indirizzata al Presidente e al Primo Ministro del Kenya, rispettivamente Mwai Kibaki e Raila Odinga. Martin Junge visiterà il campo dal 31 luglio al 3 agosto prossimi.

L'apertura di IFO2 è una buona notizia in una situazione generale che rimane altamente drammatica. Questa che è stata definita dall'ONU la più grave carestia del Corno d'Africa degli ultimi 60 anni, mette a rischio la vita di almeno 10 milioni di persone. La malnutrizione, e in particolare quella infantile, è in aumento esponenziale. "Purtroppo le cose sono destinate a peggiorare – ha commentato amaramente Hernander -. La risposta della comunità internazionale a questa crisi alimentare è stata e continua ad essere del tutto insufficiente".

A rendere gli interventi di aiuto ancora più complicati all'ingresso in Somalia di agenzie di soccorso non musulmane, è l'opposizione del gruppo Al Shabaab, affiliato ad Al Qaeda. Tra queste, anche l'Agenzia avventista di sviluppo e soccorso (ADRA) che insieme a molte altre organizzazioni umanitarie, è stata bandita con l'accusa di corrompere "il puro credo musulmano in Somalia".

La Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) ha deciso di aprire una sottoscrizione a favore dell'intervento umanitario nel Corno d'Africa. Letizia Tomassone, vice presidente della FCEI, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Con questa sottoscrizione vogliamo porre all'attenzione delle chiese non soltanto la necessità di prenderci cura di popoli schiacciati dalla fame e dalla sete. Ancora più in profondità vorremmo che le chiese riflettessero in spirito di preghiera sui modi di riportare ad equilibrio la fragile giustizia nel mondo, e sulla promessa che il Signore pone su tutto il genere umano: 'Io sono venuto perché abbiano la vita in abbondanza' (Giovanni 10:10)".

Per le donazioni utilizzare il conto corrente postale: 
n. 38016002 - IBAN: IT 54 S 07601 03200 0000 38016002, BIC/SWIFT code: BPPIITRRXXX 
intestato a: Federazione delle chiese evangeliche in Italia, 
via Firenze 38, 00184 Roma. 
Specificare nella causale: Corno d'Africa.